oggi giornata dei parchi e delle foreste

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Una ricerca del Prof. Luigi Melcarne

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Fin dagli albori della civiltà l'uomo ha destinato spazi di territorio a fini particolari.Ad iniziare da quella di luogo riservato al culto delle divinità, l'idea di"parco" ha percorso i secoli, evolvendosi e sviluppandosi. 
Se l'utilizzo a fini magici di luoghi particolari risale a tempi preistorici, civiltà formatesi alla caccia ed alla raccolta ce ne hanno tramandato esempi relativamente recenti.Ad esempio il Monte Atoja, sacro agli Aymara e le Black Hills dei Dakota, la riserva sacra di Icyia nel Rwanda, destinata alla caccia reale rituale di un elefante all'anno. Od ancora la Montagna sacra (Ayers Rock) degli Pitjanfiatara e Yankuntjatara Luritja, oggi parco nazionale Uluru, amministrato dagli aborigeni australiani.

Il parco medioevale è soprattutto la riserva di caccia. La pratica della caccia era arte nobile, effettuata anche allo scopo di procurarsi la carne, alimento riservato a chi combatteva. Per secoli furono create riserve destinate ad uso esclusivo di nobili e notabili. Sono tali la foresta di Fontainebleau vicino a Parigi, la foresta nera di Sherwood vicino a Nottingham, il bosco della Fontana
vicino a Mantova, il bosco di Carrega vicino a Parma, le riserve di caccia dei Savoia in diverse valli del Piemonte e della Valle d'Aosta, la foresta di Bielowièzka in Polonia.

Tutte aree che, in tempi più recenti, mutate le condizioni storiche, economiche, sociali e culturali sono state in gran parte trasformate in parchi naturali o riserve integrali.

La riserva della
Foresta di Fontainebleau viene istituita nel 1853, ma ancora prima un Reale Rescritto, del 23 dicembre 1826, individua i boschi di Montecalvo e di SanVito, Carditello e demanio di Calvi, nel Regno delle due Sicilie, quali oggetto di conservazione. Questi possono essere considerati, con la riserva delle Hot Springs (Arkansas) istituita nel 1832, i primi atti ottocenteschi di tutela di un territorio al fine di proteggerlo.

Nel Nord America si sviluppa un movimento di opinione che si pone come obiettivo di preservare una monumentalità naturale paragonabile a quella delle cattedrali europee. Prende forma il concetto di salvaguardia, con l'obiettivo della protezione e della conservazione delle emergenze di interesse paesaggistico, estetico, geologico, storico, archeologico e scientifico di un certo territorio . Nascono così i primi parchi Nazionali: Americani (USA, 1872) segna tradizionalmente la data di nascita del parco moderno.

Prevenire una possibile trasformazione ad uso agricolo ed intensivo di territori di singolare bellezza, dare possibilità al pubblico di beneficiare di questa conservazione, sviluppare studi scientifici impossibili altrove,furono le motivazioni che portarono alla creazione di parchi fino al primo ventennio del XX secolo. Fanno eccezione il parco nazionale dell'Engadina (Svizzera, 1914) al quale vengono attribuite finalità scientifiche e il Kredovaja Pad (Russia, 1916) con finalità di ricerca ecologica.

Ma il concetto di parco, nato come area da conservare intatta in paesi a scarsa densità di popolazione e su terreni demaniali, si scontra con la realtà di aree densamente popolate e in cui le attività umane sono ampiamente diffuse su terreni privati, soprattutto in Europa. Qui si fa strada l'idea che le attività tradizionali possano essere compatibili con la protezione di aree con notevoli componenti naturalistiche. Dopo la seconda guerra mondiale al "parco", inteso come difesa puramente naturalistica e paesaggistica, viene progressivamente sovrapponendosi il concetto in cui la difesa della natura diventa compatibile con un uso corretto del territorio. Esigenze di ordine tecnico ed economico si aggiungono, infatti, a quelle di ordine estetico, culturale, sociale o scientifico, facendo progredire la concezione della difesa differenziata delle aree protette, individuando le attività umane compatibili all'interno di aree definite. Inizia la fase di transizione verso l'uso multiplo del parco. Nasce intanto l'UIPN (Union International pour la Protection de la Nature), che nel 1956 diventerà UICN (Union International pour la Conservation de la Nature). Sarà questo organismo a proporre di unificare le nomenclatura delle aree protette in collaborazione con l'UNESCO, nell'ambito del programma"Man and the Biosphere" le"riserve della biosfera".

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Il giardino botanico di Rio de Janeiro

Foto Rio e Giardino Botanico

Un santuario ecologico in pieno centro città

Il giardino botanico di Rio de Janeiro è uno dei dieci principali parchi di questo tipo nel mondo.
Il suo ricco patrimonio storico e culturale comprende monumenti che vanno dal XVI secolo al XIX, inoltre il giardino è un centro di ricerca di prestigio internazionale.
Il parco è gestito dall'Istituto del Patrimonio Storico e Artistico Nazionale ed è stato dichiarato dall'UNESCO Area di Riserva della Biosfera.

Quando sentiamo parlare della città di Rio de Janeiro, la prima cosa che viene in mente è l'immagine del Cristo Redentore con le braccia aperte sul colle del Corcovado. Tuttavia, al di là del suo simbolo, la città nasconde altre sorprese che, per quanto poco note ai turisti, affascinano chi prova a sfuggire ai tour tradizionali. Tra i tesori della "Città Meravigliosa" - come viene chiamata - c'è il Giardino Botanico, un vero e proprio santuario ecologico, situato in uno dei quartieri nobili della città, che ne porta il nome.

Scoiattoli, scimmiete, volpi, caxinguelês, scimmie, saguis e uccelli di diverse specie sono alcuni degli animali che i visitatori incontrano con facilità. Lungo i viali del giardino è possibile viaggiare attraverso la flora del mondo intero; nessun altro parco del genere in Brasile offre tanta varietà, bellezza e storia come il Giardino Botanico di Rio de Janeiro.

 

Creato nel 1808 per volere di João VI, il parco inonda con la sua esuberante vegetazione gli occhi di chi lo visita. I suoi giardini, i viali e più di ottomila tipi di piante autoctone ed esotiche - alcune in pericolo d'estinzione - occupano un'area di 1.370.000 m². Aperto al pubblico fin dal 1822, il giardino ha ricevuto visite illustri, come quelle della regina Elisabetta d'Inghilterra e di Einstein, probabilmente la visita più stupefacente di tutte. Nel 1925, dopo aver ascoltato l'allora direttore del Giardino Botanico, Pacheco Leão, descrivere le caratteristiche di un albero chiamato "jequitibá", Einstein abbracciò il gigante verde e lo baciò, sorprendendo tutti i presenti.

Le palme imperiali, simbolo del parco
Le prime piante introdotte nel Giardino Botanico furono le palme, più precisamente quelle del genere Roystonea oleracea, vero e proprio emblema del parco. Furono seminate da João VI in persona e per tal ragione sono conosciute popolarmente come palme reali o imperiali. Questi alberi, alti più di 30 metri, formano uno dei viali più belli del parco. La specie piantata da João VI viene chiamata Palma Mater.

Le assidue visite di Tom Jobim
L'inventore della Bossa Nova, uno dei più importanti musicisti brasiliani della nostra epoca, il maestro Tom Jobim (1927-1994) aveva un rapporto particolare con la natura. L'autore della famosa Garota de Ipanema, insieme al poeta Vinicius de Moraes, visitava spesso il Giardino Botanico e da questo legame è nato un libro, intitolato Il mio amato Giardino Botanico, con foto di Zeka Araújo e testi di Tom Jobim.
Il libro è stato pubblicato nel 1987, in occasione dei 60 anni del compositore, e contiene testi scritti dal maestro che esprimono la sua passione per il parco. Tom Jobim diceva che la sua opera era ispirata dalla flora atlantica e il Giardino Botanico è una reminiscenza di quel genere di vegetazione. Residente nel quartiere che ospita il parco per più di 20 anni, il maestro, quando si trovava a Rio, si recava quotidianamente al Giardino Botanico, che considerava quasi un'ala di casa sua. Canzoni come Sabiá, Matita-Perê, Água de Março o Passarim, tra le altre, sono nate in questo paradiso naturale che Tom Jobim ha sempre difeso strenuamente.
Profondo conoscitore di ogni anfratto del Giardino Botanico, Tom Jobim aveva certo i suoi luoghi preferiti. Amava molto sedersi ai piedi di una samaúma, un albero autoctono dell'Amazzonia che può raggiungere i 40 metri di altezza e gli otto di diametro. In omaggio al suo impegno artistico e a difesa della natura, il Giardino Botanico ha recentemente inaugurato il Centro della Cultura e dell'Ambiente Antonio Carlos Jobim.

A spasso tra i giardini
Il Giardino Botanico è un luogo per passeggiare senza fretta. La visita ai suoi giardini tematici, ad esempio, può durare un intero pomeriggio. Il Giardino Giapponese è il primo della serie: occupa un totale di 5.000 m² e rispetta rigorosamente lo stile giapponese, con bambù, lampade, laghi artificiali, sabbia bianca e pietre. Il giardino presenta un'entrata a due colonne (tyumon), un ponte ad arco che collega due laghi (taiko bashi), sentieri per camminare sul lago (yatsubashi), oltre a specie vegetali quali bambù, muschi, ciliegi, mazzi di fiori ed il mistico fior di loto.
Proseguendo oltre, raggiungeremo un luogo irresistibile per chi ama le rose, il roseto Pedro Caximbo, così chiamato in omaggio a un vecchio giardiniere del parco. Presenta 17 aiuole circolari concentriche con più di mille fiori, in cui 300 specie di rose sono distribuite in base alla tonalità e formano un insieme armonico di rara bellezza.
Attualmente alcune società stanno collaborando con il parco sostenendo il progetto "Strade della flora atlantica". Queste società finanziano il recupero di questo bellissimo spazio di 600 metri che parte dalla costa del cerro e raggiunge l'acquedotto, passando lungo la Valle delle Margherite.
Tutta la zona e le aree circostanti saranno recuperate, per il pubblico e per la formazione scientifica.

Un altro spazio che vale la pena visitare è il Giardino Sensoriale, realizzato appositamente per persone con difetti alla vista. Le piante sono state scelte allo scopo di trasmettere sensazioni olfattive e tattili a queste persone. Vi si trovano, ad esempio, piante usate per condire i cibi, identificabili grazie all'aroma caratteristico, piante medicinali o con forme riconoscibili al tatto, fiori profumati e piante acquatiche. Il terreno permette di muoversi in sedia a rotelle e le piante si possono, anzi devono toccare.
Il Giardino Biblico, inaugurato durante le festività natalizie del 2005, è uno degli angoli più originali del parco. Lo spazio è occupato prevalentemente da piante citate nella sacra Bibbia. Ogni pianta è accompagnata da un cartello con il nome scientifico, quello volgare, la famiglia di appartenenza ed il passaggio biblico in cui appare. Vi si trovano esemplari di palme da datteri, ulivi, melograni, cipressi, fichi, papiri, mirra, alloro, rampicanti, viti, cannella, more ed altre specie.
Il giardino è stato creato per mostrare ai visitatori piante legate alla tradizione giudaico-cristiana. Il governo portoghese, informato dell'iniziativa, ha donato al Giardino Biblico due olivi millenari.

Monumenti storici
Oltre all'immensa vegetazione, il Giardino Botanico conserva numerosi edifici e monumenti storici che risalgono al XVI secolo. L'edificio del "Solar da Imperatriz", ad esempio, ospitò la più antica fabbrica di zucchero di Rio de Janeiro, intitolata a Nostra Signora della Concezione della Laguna, costruita nel 1575 per ordine del re di Portogallo.
Il parco ospitò anche una fabbrica di polvere da sparo. La Casa dei Mortai (Pilões) era una delle unità produttive della Real Fabbrica di Polvere da Sparo, che svolse un ruolo di vitale importanza per la sicurezza dell'Impero brasiliano.
La fabbrica produceva esplosivi con cui riforniva l'intero mercato del paese. Nella sala del mulino dei morai si svolgeva la fase più pericolosa del processo di produzione dell'esplosivo. Gli schiavi tritavano il salnitro, lo zolfo ed il carbone per rendere compatta la polvere da sparo. L'edificio ospita una collezione permanente di oggetti e frammenti trovati durante scavi archeologici.
Oltre agli esempi citati, il parco accoglie molte altre opere d'arte, porticati, capannoni e giardini tematici che per la loro importanza storica, culturale ed ambientale, rendono il Giardino Botanico un luogo educativo ed emozionante.

SALVIAMO LA NATURA

RISERVA MARINA

http://www.greenpeace.org

A growing body of scientific evidence that demonstrates what we at Greenpeace have been saying for a long time: that the establishment of large-scale networks of mar...

VIDEO GREENPEACE

YELLOWSTONE NATIONAL PARK

National Parks of North America IMAX HD

GRAND CANYON

YOSEMITE NATIONAL PARK

 

Ulivi Secolari di Puglia

da secoli la Puglia deve la sua bellezze a queste sculture naturali.

 Ne sono stati censiti 40 milioni di cui 15 milioni ultra centenari.

Grandi alberi di ulivo che da centinaia di anni occupano la rossa terra,

muretti a secco che corrono lungo le vie d’accesso,

antiche masserie le cui bianche mura si stagliano nell’azzurro del cielo.

È questa la Puglia, il tacco d’Italia, la principale regione per numero di alberi d’olivo e produzione d’olio.

I muretti a secco (pajare) della mia

 BELLA PUGLIA

Selvaggio e Palude del Capitano (Lecce),

è una delle mete più apprezzate dagli

amanti della natura e dei paesaggi incontaminati,

che oltretutto qui si distinguono per

la presenza di specie di flora e fauna rarissime

nel panorama naturalistico italiano.
 

 

GLI STUPENDI VIDEO NATURE DEL MIO CARO AMICO PRIMO MASOTTI

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